Un tram che si chiama desiderio. Estratti dal 77′ Zut

Disoccupati che non hanno

nessuna intenzione

di far occupare

militarmente

il loro tempo.

 

Studenti che in vecchi testi

trovano giustificazione

di un significante senza più significato.

 

Incredibili paria

della pace sociale.

 

Teppisti in trasferta

contro l’ordine delle nostre teste.

 

Sabotatori della norma

che agitano il fantasma

di giorni passati a scavare

come suicidi tane

già scavate dal potere

nel ventre molle del suo impero.

 

Schiavi senza schiavitù

condannati però all’eterna

giostra valorizzante.

 

Fuori-posto

sempre e comunque.

 

Speranze senza più soggetti

 

Rivoluzionari senza rivoluzioni.

 

Rivoltosi

Rivoltosi

Rivoltosi

 

Senza casa insofferenti

delle due camere e servizi.

 

Violenti.

 

L’araba fenice.

 

Violenti non-credenti

violenti atei

senza nessuna vocazione

ad inseguire all’infinito

l’ultimo dei vostri scherani.

 

Quando il caso

la coincidenza fortuita

o il nostro diletto

produrranno le mirabili condizioni

della vostra morte

sapremo procurarvela

con tutto l’amore che

abbiamo per la nostra vita.

 

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Sfogo antifa: solidarietà ai compagni bergamaschi.

Per chi dice che i fascisti non ci sono più,
per quelli che dicono che non sono altro che quattro deficienti che vengono dagli stadi,
per quelli che parlano di equidistanza,
per quelli che sottovalutano il problema dei neofascisti ancora oggi,
per quelli che semplicisticamente definiscono uno scontro tra opposte fazioni,
per quelli che si definiscono compagni e che quando serve non ci sono mai, o non sono daccordo,
per i rafanielli.
Per quelli che continuano a difendere l’ordine costituito e i suoi paladini, carabinieri, poliziotti, esercito e quant’altro.
Per quelli che hanno il coraggio di dire (e ne ho conosciuti alcuni) che ad ammazzare Carlo hanno fatto bene.
E infine per tutte le merde nere fasciste, naziste, per tutta la polizia e quant’altro, preti, chiesa.
Per tutti quelli che vorrebbero decidere per me, per il mio corpo, del mio futuro, della mia libertà.

Beh, per tutti voi una colata di vomito ed odio.
Ci sarà il momento per la resa dei conti, e, per voi, ci sarà ad attendervi un unico verdetto: un cappio ad ogni albero.

Solidarietà ai compagni bergamaschi assaliti da chi difende la feccia nera.

Antifascismo sempre!

 Qui il link ad ecn/antifa per le notizie riguardanti gli avvenimenti di Bergamo.

Qui il video con le cariche ai compagni, inseguimenti e caccia all’uomo in giro per Bergamo. 

Qui uno dei video della manifestazione del 28 febbraio e qui il link con le foto

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Una delle trappole del capitale.

Sapete cosa fa il capitale? finchè non avete soldi, va tutto bene… arrancate a fine mese, non andate al cinema, cenate una volta al mese fuori. Ecco lì che va tutto bene, benvenuto in quella fascia che il capitale definisce non formalmente "Precario".
Ma quando ingenti somme cominciano a passarti fra le mani, quando perdi il senso del denaro stesso, compri ciò che ti piace, spendi ciò che vuoi, una sera si e una no a cena fuori, al cinema ci vai, anzi, compri 6 dvd al giorno, li guardi a casa.
Ecco, quando arrivi a questo punto, sei fottuto. Il capitale cerca di inglobarti come farebbe una pianta carnivora: acquisisci la fobia, la necessità e l’ossessione di possedere. Sei ossessionato dal denaro. Spendi. Spendi e ancora spendi, ossessionato dal fatto che non ne avrai mai abbastanza (di denaro).
Se prima campavi con un quinto di quello che hai adesso, ora non ce la fai, ne vuoi di più.
Ecco una delle trappole del capitale, l’induzione di un soggetto al consumo compulsivo. Ovviamente quando questo se lo può permettere.
Ma son sicuro ci sia di più. Ho detto già più volte che il capitalismo è come uno squalo, che se non si muove in continuazione e si trasforma (attraverso il consumo), muore.
Ma questo nemico/amico di tutti, che in qualche modo da gioie e tragedie, è aiutato intrinsecamente dalla natura umana propensa al consumo.
Perché ciò che vi dico è vero: la natura umana è portata e propensa al cambiamento permanente, anche se a prima vista può sembrare un animale abitudinario. Cosa che nella società del capitale si traduce in consumo forzato. Cambi la macchina, il cellulare, la televisione, ognitanto fai qualche lavoretto a casa e via dicendo. Ti stufi di cosa avevi e ne vuoi di altro.
Ma da ciò si può imparare qualcosa, qualcosa di decisamente importante: canalizzare il desiderio permanente di cambiamento nella giusta direzione, vuol dire costruire una società basata sull’espressione massima dei b/sogni e dei desideri, che si risolvono in un mondo in continua evoluzione/rivoluzione.
Riprendiamoci la nostra voglia di desiderio e cambiamento permanente, e sostituiamo il consumo sfrenato con l’appagamento di veri b/sogni e desideri.
Diventando noi stessi la rivoluzione permanente.

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Da Roma.Indymedia: AL DI LA’ DI ONDE E MAREGGIATE: CRITICA AL DOCUMENTO DELLA SAPIENZA OCCUPATA

Riporto un’interessante articolo apparso su roma.indymedia riguardo il movimento studentesco e l’incapacità che ha avuto finora di essere "Alba" per una nuova stagione di conflitto, di essere multitudine gioiosa e vitale ma non avanguardia rivoluzionaria…

O almeno, finora…

Domani tutti e tutte i compagni e le compagne in piazza a roma per dio! Manifestazione nazionale a roma 14 novembre, autonoma, studentesca, di movimento.

h 9.30 a Piazzale Aldo Moro (La Sapienza): Spezzone Universitario
h 9.00 a Piramide: gli studenti di Roma Tre  
h 9.30 a Barberini per confluire a Piazza della Repubblica: studenti medi  

Qui altri dettagli sulla giornata di domani e sulle giornate future di mobilitazione.

Di seguito l’articolo preso da Indymedia Roma.

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Sgomberato l’Horus occupato – Martedì 21 ottobre 2008 10:00 Roma

Polizia e carabinieri in assetto antisommossa sono entrati questa
mattina alle sette all’interno dell’Horus occupato in piazza Sempione 2
a Monte Sacro per il "sequestro preventivo" dello stabile.
L’ex
Horus Club è stato occupato il 1 Giugno 2007 da una rete di precari,
studenti e artisti che ha impedito l’ennesima speculazione immobiliare,
dando vita a un nuovo spazio culturale, sociale e politico di movimento.
"Il sindaco Alemanno" – scrivono gli occupanti in un comunicato
– "si assume in questo modo la responsabilità politica di dichiarare
guerra alla città intera, agli spazi sociali, ai movimenti di lotta per
la casa, alle reti contro la precarietà, a chi in questi anni ha
conquistato diritti e dignità".
Alle 11.00 si è
svolta un’assemblea cittadina, una presa di parola pubblica e subito
dopo un corteo con blocchi stradali ha raggiunto il Municipio.
Alle 17, da via Capraia 19 (Tufello), corteo cittadino.

 Qui la notizia con link e info audio video

Il NoBlog dell’horus occupato. 

 Accorrete Tutti e Tutte! 

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Dialogo a due di bastoni, tre di denara e quattro di coppe.

Dialogo a due di bastoni, tre di denara e quattro di coppe.
 
"Cosè che ti rende umano?" Chiese Giò fissando lo sguardo sulle proprie scarpe.
"Cioè, volevo dire, cosè che ci rende umani? Tu sai dirmelo?"

"No, non saprei"

"Credo che sia quel sentirsi soli in mezzo a tanta gente.
Magari invece è quel sognare di continuo qualcosa che non possiamo raggiungere. Noi siamo un modo di esprimersi del desiderio. Noi siamo il desiderando che gioisce di se stesso! ecco cosa siamo!
Oppure quel senso del dovere che ci spinge a fare alcune scelte rispetto ad altre… ecco, credo sia proprio tutto questo.
E’ una forza, una forza misteriosa.
E’ una forza coercitiva che nasce da dentro e ci spinge a fare cose che razionalmente non faremmo."

"Io credo sia quel che noi amiamo più di ogni altra cosa, cioè riflettere sulle scelte fatte, ripensare e ripensare su ciò che già è passato, e che mò in fin dei conti il passato se lo tiene. Ciò fa si che tutte le nostre azioni future sono condizionate da quelle passate. Questa credo si chiami esperienza, o forse qualcosa di più.
Noi siamo qualcosa che nn può scindere da ciò che è stato. Ci ricicliamo di continuo."

"Ahahah, si hai ragione!"
"Ahahah!"

"Riciclati, ahahah!"

"Si riciclati, riciclati"

"Si, cazzo, si"

"Ma allora perchè siamo spesso tristi, angosciati, spaventati. Perchè la notte spesso non dormiamo, di giorno a volte non mangiamo. Perché siamo dannati e bugiardi e meschini?
Cosè che ci affligge"

"Io lo sò che è… la punizione per aver scelto di essere liberi, liberi di scegliere del proprio destino, se ci è concesso"
"Quelli a cui non è concesso, sono morti."

"Va beh, sta a te. Sbrigati che se no m’annoio"

"Scopa!"

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Non scrivo più perché qualcosa mi convince che non ho piu niente da scrivere.

Non scrivo più perche come il mio amico Paz (amico un po di tutti) non ho più niente da scrivere. O almeno qualcosa mi dice che non ho più niente da scrivere.
Se interrogo il mio cuore di cose da scrivere ne ho veramente tante, a partire dal fatto che sono tornato dopo un viaggio che in fin dei conti è durato 5 mesi, del quale pian piano non riesco a ricordare che la gioia che provavo nel mettere lo zaino in spalla e partire per una nuova destinazione.
Nulla, non ricordo più nulla. La gente i posti le strade le esperienze. Mi rimangono solo un migliaio di foto a testimoniare il fatto che un giorno di aprile preso dal manicomio della mia vita ho racimolato tutti i miei soldi ho fatto lo zaino e sono partito.
Ora sono tornato. E la cosa mi disturba parecchio, o almeno mi disturbava parecchio una settimana fa, ma poi sai, gli amici, la sorella, il lavoro, le cazzate, e via col tango di nuovo!
Qui a guardarmi i piedi mentre scrivo qualche stronzata sul mio blog più morto di me, penso a come sia labile la mia mente e come il mio io più io, ma quello io infondo, tende a dimenticare le belle esperienze tanto facilmente quanto dio si è dimenticato della nostra vita tanti anni fa, è vi assicuro che è facile facile.
Mentre quelle brutte tendo a ricordarle di più e più intensamente… è proprio strano l’ego umano!
Ora preso da una spruzzata di ego e voglia di attenzioni scrivo qua e là su questa pagina bianca, monito per me per ricominciare a scrivazzare qualche bella frase presa da qualcaltro blogger sul mio blog. Scrivo mio perché è mio solo in quanto io sono il creatore, poi i contenuti, bleah! Che schiferrimo.
Sono un vero Ctrl+C Ctrl+V. Diffidate dalle imitazioni!
Per concludere vi mando a cagare.   "Ma di che parli stupido?"

Interrompi la narrazzione con errori grammaticali gravi come la doppia z sulla i e il lettore si indispettisce del fatto che non sai nemmeno scrivere in italiano.
"Scrivi stronzate e pure male!" "Sparati"

Allora a quel punto decidi che è finita. Si, FINITA. TUTTO.
E’ l’esplosione di vitalità che ti porta ad alzarti in piedi e urlare "Amatemi!"
Ma sei solo nella tua stanza e nessuno può sentirti. Il tuo cuscino ti direbbe che ti ama come ti ha amato più e più volte bel corso della tua vita, ma sfortunatamente non ha il dono della parola, quindi, sei solo. "Vi prego fatemi parlare!"

E’ finita ancora una volta. Interrompo la scrittura e mi fratturo le dita perché promettere a me stesso di non scrivere più non è sufficiente. Perché ogni promessa che mi faccio non ha il tempo di diventare tale che l’ho già dimenticata, e via di nuovo col fortrou (non so che è, magari è tipo un ballo, l’ho sentito negli Aristogattti quando ero piccolino – però la pipì a letto non l’ho mai fatta – prova della mia mascolinità e virilità, dimostrare al mondo che ce l’hai più duro!)

Si prometto che la fine è vicina.

Se la giovinezza è un perenne amare i sensi e non pentirsi, la vecchiezza che è?
La risposta non ce l’ho, e a ditte la verità, manco me interessa.

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Gwen’s Redemption: Narrativa impegnativa – Capitolo 2

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Qui il capitolo 0

Qui il capitolo 1 

 

Capitolo 3

 

Ogni volta che accendo il computer compaiono sempre fastidiose finestre… che non so cosa vogliano dire. Mi hanno consigliato di spingere sempre il pulsante “NO” o “ANNULLA” o “X” quando non so che fare. Nel caso non ci sia uno di questi pulsanti, spegnere e riaccendere il computer.

Ci sono giorni in cui i no-annulla-x non funzionano, e spegnendo e riaccendendo ritornano, creando così una sorta di loop.

Questo genere di loop possono durare anche due tre ore.

La mia vita spesso sembrava un dejavù.

Quindi per accedere alla mia casella postale ogni giorno devo subire finestre e pop-up di incerta provenienza.

Una volta superata la fase iniziale, riuscii a leggere la posta, in quel pomeriggio lontano. L’unica email era di quel ragazzo che accettava l’appuntamento al Cafè del Fico, un piccolo Cafè situato nel centro di Roma, vicino corso Vittorio Emanuele.

Il giorno dopo, alle cinque e mezzo del pomeriggio, andai all’appuntamento con Daniel, questo era il suo nome

Lo trovai li, con le gambe accavallate che prendeva un tè caldo, seduto ad un tavolino al lato opposto di dove solitamente i vecchietti della zona si riuniscono per giocare a scacchi.

Non sapevo nulla di questo Daniel.

Ricordo che quella giornata fu un po nuvolosa, e che le giornate nuvolose nei film non promettono mai nulla di buono.

Gli domandai se poteva aiutarmi a reperire del buon materiale riguardo la nascita di internet.

<<Vorrei anche la tua opinione in merito, dato che conosci molte più cose di me… magari mi sai dare un giusto stimolo per scrivere un buon pezzo>> 

Il suo aspetto era stravagante ma decisamente originale: un tipo alto, slanciato ma un po comico a vedersi, con quella sua maglietta con scritto “Duck Hunt”, forse buffo, per quelle sue orecchie a punta e il naso alla Zanardi. 

Alle mie prime domande non rispose, divagando quasi come se stesse recitando un copione.

Quella fu la nostra prima vera conversazione.

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Gwen’s Redemption: Narrativa impegnativa – Capitolo 1

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Qui il capitolo 0

CAPITOLO 1

Tutta questa storia cominciò quando il mio capo ufficio mi chiese di scrivere un articolo dal titolo “Rapporti di forza nella società della Rete”.
In quel periodo lavoravo per un’agenzia di stampa che si occupava di scrivere articoli di cronaca e di attualità per alcuni quotidiani e riviste di tendenza e cultura alternativa.
Doveva essere un giovedì di marzo, forse sedici o diciassette, non ricordo bene. Il caldo primaverile si affacciava alle finestre; la luce intensa veniva trapassata da folate di vento freddo, prova che la morsa dell’inverno era ancora ben stretta. Si sentivano cantare i piccoli uccellini dal quinto piano del palazzo in cui lavoravo, stormi di volatili che danzano nelle fauci dell’aere liberi da ogni impedimento.
Mi trovavo nel mio piccolo ufficio, occupato nelle mie faccenducole: manda un fax a Berardi, ricordati del compleanno di Giulia. 
Ah! Fai gli auguri a tuo padre e la sua nuova moglie… è il loro secondo anniversario. 
A volte nel mio ufficio, seduto dietro la mia scrivania sulla mia comoda poltrona scura, chiudo gli occhi e dimentico tutti i miei impegni per qualche secondo, sognando di essere nel mezzo di quello stormo di uccelli, ovunque la corrente li portasse, beato di una vita spensierata.
E’il mio biglietto di sola andata verso un nuovo mondo.
Quel giorno fui disturbato da un cattivo presagio. Il mio capo entrò nel mio ufficio e mi disse “Senti, abbiamo una commissione per un giornale TalDeiTali, ci ha chiesto un articolo di quattromila battute su internet, i giovani d’oggi, insomma tutte quelle stronzate lì… tu che hai contatti, magari puoi far meglio degli altri. Ah, è per la fine della settimana, quindi vedi di sbrigarti, che ce lo pagano bene!”

Dovevo terminare una consegna, e avevo questa in lista d’attesa.

Faceva parte del mio lavoro.

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Gwen’s Redemption: Narrativa impegnativa – capitolo zero.

Questo è solo il primo capitolo, anzi il capitolo zero del mio lungo romanzo ma ancora un pò corto… spero possiate apprezzare.

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  “Dato I’ordine di cose esistente,

i migliori (moralmente) 

sono insieme i peggiori per la società.

E’ loro destino di essere umiliati e offesi”     

-Dostoevskji-

 

CAPITOLO zero

Ascolta attentamente. Se non hai curiosità nel scoprire tali verità, non prendere in considerazione ciò che leggerai più avanti.

Dimentica.
Tanto domattina la sveglia suonerà come tutti i giorni, e tornerai a lavorare.
Caffèlatte e biscotti.
Pranzo e cena. Amici. 
La tua vita di certo non cambierà per quanto scritto in queste pagine. E ciò che ti rimarrà di quello che hai letto sarà solo un vago ricordo.
Si, solo un vago ricordo.
Abbi pazienza, e arriva fino alla fine. 
Perchè sia io che tu, entrambi dovremo raggiungerlo.
Leggi con attenzione, ma poi, dimentica.
Dimentica la storia che sto per raccontarti, perchè non son cose che fan per te.
Forse la troverai noiosa.
Perché questa è la storia di un gruppo di ragazzi sfaticati che per trovare stimoli fan cose che in umana vita tu non vedrai mai.
Io, ti assicuro, ora sò cosa vuol dire redenzione.
Ora quando mi sdraio nel mio letto, la mia mente è sgombra.
E quando mi sveglio, guardo fuori dalla finestra. Vedo veloci ombre che si inseguono.
E di questo ho tanta paura.
 Per questo ti voglio raccontare di quel giorno in cui mi trovai in un posto che non conoscevo. Di nuovo.

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