In queste ultime due settimane le univesità spagnole si sono mobilitate per produrre una discussione sui processi di Bologna che si svolsero nel 1999 ai quali seguito’ una "Dichiarazione di Bologna", dichiarazione che decreto’ l’appiattimento culturale e la sua massificazione a livello europeo. Attraverso i processi di Bologna 29 ministri dell’istruzione decretarono la definitiva mercificazione del sapere, attraverso l’equiparazione dei metodi di studio e dei processi universitari in tutta europa, non curanti delle differenze territoriali, linguistiche, storiche, attitudinali di ogni paese.
Decisero che i laureati devono essere tutti uguali, omologati, dall’Italia alla Lettonia, per poter essere "competitivi" allo stesso modo nel mercato del lavoro. Insomma, merce.
Dobbiamo ringraziare le 29 eminenze se ora ci ritroviamo tutti fuoricorso, alla ricerca disperata di crediti, senza una formazione che possa essere chiamata tale, costretti a fare tour de force per preparare esami di materie di cui non ce ne frega un cazzo. Di aver reso le università luoghi di Elite per chi se lo puo’ permettere, rendendo impossibile la vita ai fuorisede, agli studenti lavoratori, a quelle fasce "deboli" come le ragazze madri, immigrati, e via dicendo.
Grazie per aver architettato un’università grigia, triste, incompatibile con i nostri b/sogni, strenuante per ritmi, tempi, spazi, rendendo la nostra formazione un grande calderone di nozioni. Grazie ancora per aver consegnato al capitale e ai suoi grandi meccanismi i nostri cervelli, le nostre passioni, i nostri sforzi, le nostre energie. Grazie per averci fatto diventare tutti precari a tempo indeterminato.
Credono di poterci battere sullo sfinimento, imponendoci ritmi e spazi da allevanemento, sperando che prima o poi demorderemo… ma non hanno capito che noi resisteremo sempre un minuto di piu’ di loro!
Non c’e da sorprendersi se anche in Spagna vedono i processi di Bologna come l’inizio di un grande disegno ben progettato, dove il sapere viene quantificato, impacchettato e venduto; dove lo studente diventa un semplice fruitore passivo dei luoghi e dei contenuti del suo studio.
Nell’università Complutense di Madrid un nuovo ciclo di lotte ha avuto inizio lo scorso 18 aprile, con l’occupazione a tempo indeterminato della facoltà di filosofia (qui il Manifesto) e la creazione di un’assemblea permanente con lo scopo di iniziare un dibattito pubblico con docenti, rettore e tutti i vertici dell’amministrazione per ripensare criticamente i processi di Bologna, decretarne il il loro fallimento e chiederne l’abrogazione definitiva.
Le iniziative sono state molte e altre ne seguiranno: partendo dall’attivazione di un Blog all’istituzione del Primo Foro Universitario sui processi di Bologna, foro che si terrà nelle giornate del 28, 29 e 30 di aprile davanti la metro della città universitaria, per arrivare alla manifestazione nazionale che si terrà l’8 maggio a Madrid.
Intanto altre facoltà e università si mobilitano sulla scia di Madrid: nell’università di Granada gli studenti hanno occupato le facoltà di scienze politiche e sociologia, e nella Complutense l’assemblea permanente si e’ estesa a tutte le facoltà della città.
No a Bologna e a chi decide per noi!
Aggiornamento 1:
Qui un’altro blog, http://infobolonia.blogspot.com/ , probabilmente di tutto il movimento contro Bolonia.