WuMing sul 14.12

di WuMing1

Sapete quale sarà uno dei problemi? Il fatto che molti di quelli che erano in piazza oggi, e quindi non hanno visto com’è stata “incorniciata” e narrata la giornata, torneranno carichi di adrenalina e si scontreranno con le perplessità di chi invece ha visto la cosa da fuori, dalla distanza. Ne nasceranno forti incomprensioni, e anche scazzi. Chi ha vissuto per ore un momento di “fusione”, correndo insieme a tanti altri, difendendosi insieme a tanti altri, e prova la soddisfazione di esserne uscito incolume, pensa a quel momento come a un “universale”, a qualcosa che lo connette a una comunità molto più ampia. E sotto un certo aspetto ha ragione. Tuttavia, questo è anche un limite, perché costui o costei, avendo una percezione tutta “dall’interno” e *inclusiva*, faticherà a rendersi conto di molte cose.

Ad esempio, del fatto che, al contrario, una dinamica come quella odierna può essere fortemente *escludente*, perché taglia fuori chiunque vorrebbe andare in piazza ma non è in grado di sostenere quel livello e quindi non vuole rischiare di finire in mezzo a certe scene: genitori con bambini, persone più attempate, disabili, soggetti ricattabili (come molti migranti), o anche persone che hanno motivi di lottare ma sono lontane da un immaginario da riot o da jacquerie… Con buona pace delle necessità di ricomporre la classe, di superare le guerre tra poveri e il “divide et impera” capitalistico. Badate che non è affatto una questione di “violenza”, perché anche nelle mobilitazioni “policentriche” delle settimane scorse si è fatto uso della forza e ci si è scontrati con la polizia.

Ma, guardacaso, dopo quegli episodi c’è stata pochissima condanna morale, se non da parte di chi condanna sempre e comunque. La parte di società a cui il movimento si rivolgeva ha capito benissimo che erano “solo scontri”, cioè cose che succedono, non feticismo dello scontro-per-lo-scontro. L’uso della forza conviveva già alla prima occhiata con tanti altri elementi, con forme di lotta fantasiose e ispiranti, con una freschezza d’approccio che tutti abbiamo elogiato. Quindi quella “violenza” NON era escludente. E infatti molti settori di società hanno iniziato ad avvicinarsi al movimento degli studenti. Tanto che qualche sera fa, alla presentazione bolognese del libro di Loredana Lipperini “Non è un paese per vecchie”, diverse persone hanno detto che le lotte degli studenti potevano essere un processo di avvicinamento tra diverse generazioni, e contribuire a superare quel risentimento a cui ci ha abituati il discorso dominante: figli precari contro padri “garantiti”, lavoratori attivi contro pensionati etc. etc. etc.

Oggi abbiamo assistito a un’altra cosa, più pericolosa, più foriera di scazzi e fraintendimenti a valanga, più produttiva di prese di distanza, e secondo me è stata la conseguenza inevitabile della credenza nella Battaglia Campale Nazionale. Noi siamo un paese meno centralista della Gran Bretagna, non è obbligatorio che ogni conflitto cerchi sempre la stessa via maestra, la spinta che ineluttabilmente lo incanali verso Roma (e per “Roma” non intendo necessariamente la città; anche Genova era “Roma”). Come chi tornò da Genova dieci anni fa, chi torna da Roma oggi è un/a “reduce”, e ogni reduce, tornando dal fronte, trova incomprensioni. A ben vedere, questa verrà agitata come la “separazione primaria”: tra chi non c’era (e quindi “non può capire” o, peggio, non vuole) e chi c’era (e quindi “ha sbagliato”, si è lasciato trascinare etc.) Come si può impostare, nei prossimi giorni, un discorso che eviti questa contrapposizione, che per me sarà quasi automatica?

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Stato di Polizia “Italiano”

Bè, non ci sarebbe altro da aggiungere. Stiamo vivendo un momento storico in cui in Italia esiste di fatto uno “Stato di Polizia” anche se non politicamente dichiarato.

Uccidono persone come Giuliani, Aldrovandi, Cucchi, Sandri solo per citare alcuni.

Si portano via le persone (qui), le incarcerano per 2 anni per aver “urlato uno slogan” in una piazza (qui), blindano le città (qui) con blindati della Polizia Di Stato negando, di fatto, la libera circolazione dei cittadini nelle strade delle loro città.

Incarcerano persone (qui) per aver resistito di fatto ad un’aggressione DI STATO come in quel di Genova.

Torturano i carcerati (qui) inneggiando al fascismo, usando sistemi da Guantanamo, i fatti di Bolzaneto sono di pubblico dominio (La Lista NERA delle torture).

Arrestano “preventivamente” i compagni (qui), di fatto infrangendo la “legge, o meglio, un principio fondante del Diritto Penale” (ma anche sticazzi della legge in verità) per la quale “TUTTI i cittadini, fino a prova contraria, sono di fatto INNOCENTI”.

E invece chi commette le stragi definite “Di Stato”, perché DI FATTO implicate con gli apparati più oscuri e massonici delle alte cariche di Stato, viene assolto.

Ce ne sarebbero a valanghe, ma ho il voltastomaco, non ce la faccio più a copia incollare link su tutto lo schifo di questo paese.

E’ arrivato il momento che paghiate caro per tutto quello che avete fatto e che fate, e con voi chi nega il fatto che viviamo in uno stato di polizia alla “Cilena”. Voi come tutti siete colpevoli. Ecco per voi la giustizia felice e rivoluzionaria si abbatterà con grande furia.

Tutti liberi.

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Spiral Tribe – United Force of Tekno

SPIRAL TRIBE

UNITED FORCES OF TEKNO

THE ONLY WAY FORWARD IS TO GROW.
THE ONLY WAY TO GROW IS TO EXPAND BEYOND THE BOUNDARIES OF WHAT
WE KNOW INTO UNCHARTED AREAS OF THE UNKNOWN.
THE UNKNOWN BEING THE ONLY SOURCE OF NEW KNOWLEDGE.

OUR LIFE SUPPORT SYSTEMS ON THIS PLANET ARE ORGANIC.
TO REGENERATE CELL WALLS, DIVIDE & MULTIPLY.

OLD BARRIERS FALL AWAY, ANCIENT PILLARS CRUMBLE & NEW STRUCTURES
STAND UP IN THEIR TURN.
ONE GENERATION GIVES BIRTH TO THE NEXT.
THE OLD GIVES LIFE TO THE NEW.

WE LIVE IN THE EVER TRANSITIONAL MOMENT CONNECTING PAST THROUGH
PRESENT TO FUTURE.

IT IS OUR MISSION TO DISCOVER THE EVER CHANGING HORIZON.
TO CONTINUALLY RE-ESTABLISH NEW PARAMETERS & TO EXPLORE & SECURE
EACH NEW LEVEL AS WE FIND IT.

IT IS OUR PURPOSE TO DESTROY THE INERTIA THAT HAS BEEN RESPONSIBLE FOR
THE DEMISE OF THE LIFE FORCE ON OUR PLANET.

IT IS OUR AIM TO POSITIVELY MOTIVATE THE PEOPLE & THE NATION.
IT IS TIME TO WAKE THE PLANET UP!

THE ADVANCE PARTY, USING STATE OF THE ART DIGITAL TECHNOLOGY
COMBINED WITH THE ORGANIC LIFE SYSTEM DELIVERS A MASSIVE JOLT TO
HUMAN SENSORY CIRCUITS, PROVIDING THE EXTRA ENERGY INPUT NEEDED TO
MAKE THE QUANTUM LEAP FROM TERRESTRIAL TO EXTRA-
TERRESTRIAL CONSCIOUSNESS.

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Contro la forma attuale di Degene-rave (rave degenerato)

<<Il freeparty quello che con molta tranquillita vien chiamata festa (festa di che) si basa su un concetto, la Zona Autonoma Temporanea e ultraveterani o persone che ci vanno anche da un anno non mi daranno torto se dico che oggi questo concetto è stato deviato,contagiato:
– la creativita in tutte le sue forme è poco stimolata,sostituita da una centralizzazzione della musica come tema principale della serata distorcendo anche la figura degli organizzatori
-i rapporti sono tornati verticali,dall orizzontalita che si voleva creare
-la droga da esperire collettivo è diventato uno schifoso ciclo di consumo,e coloro che guadagnano(organizzatori alle volte) sono i primi a difendere valori parole ideali parole etiche filo lternative parole parole parole….
NOI :
-cio che rifiutiamo nella societa non la giustifichiamo altrove
-ha ragione chi dice gli sbagli ok ma da quelli si deve imparare/dare cio che si è capito
-abbiamo scelto qualora ogni volta organizziamo qualcosa di non pubblicizzare ma riconsiderare l elitarismo come azione contro le logiche del gregge
-auspichiamo la morte di tutte le scene decadenti come il sistema in cui viviamo,che si piegano su se stesse,affinche la proprieta della nostra vita torni a contare piu che mai e persone comuni come noi possano ritornare a gestire e creare il proprio tempo al di fuori dei confini tracciati. >>

Da StraySquad un’invettiva tagliente a ciò che voi chiamate rave (cioè ciò che non lo è più).

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Stray Squad. Dal loro Blog, ecco qualcosa di sensato nel caos della rete.

Il concetto d’alterazione e’, per noi, cruciale nell’agire quotidiano. la capacita’ di produrre cambiamento nella destabilizzazione della ‘siddetta realta’ oggettiva e condivisa e’ azione politica diretta. di sicuro, prima di materializzarla in situazioni pratiche, l’alterazione deve evolversi nel mutamento del singolo tramite la possibilita di moltiplicare i propri punti di vista interni..esterni per avere un approccio all’esistente molto piu’ organico. il raggiungimento di questo stadio puo’ essere attuato tramite un’ uso *esperenziale* di sostanze che modificano la coscienza nella sua capacita’ di percepire. esperire diventa il verbo di base ,la direttrice da seguire per potenziare le funzioni cerebrali, creare senso critico, comunicare,sperimentare, arricchirsi. nell’uso delle suddette sostanze, il passaggio da *mezzo* a *fine* va a svilire tutte le potenzialita’. la ricerca di un edonistico..egoistico piacere,come valvola di sfogo di un’ alienazione (che non tardera’ a farsi sentire e ad incrementarsi nello scemare dell’effetto) distrugge le potenzialita’ politiche controculturali di situazioni come i raves illegali. i percorsi di liberazione e di espressioni creative antagoniste si ri-intrappolano in dinamiche di consumo, tanto faticosamente – e non sempre – allontanate. l’angolazione peggiore e’ il punto di vista assunto da chi, lasciandosi vivere, non solo perpetua la passivita’ nell’attuare il consumo di merci immateriali ma decide di creare un mercato interno tramite la distribuzione, senza porsi assolutamente con un discorso diù contenimento dei prezzi,di grossolani accrocchi. la qualita’ della sostanza, per chi vuole sperimentare sulla propria coscienza tramite questo mezzo (andando cosi’ ad infrangere ed oltrepassare le barriere dell’alienazione),risulta fondamentale parallelamente ad una politica economica *no-profit*. lo spirito del rave illegale viene, in questo modo, lentamente avvelenato.Non piu’ comunicazione interattiva , non piu’ espressione creativa ,non piu’ contaminazione culturale bensi’ occhi chiusi, bava agli angoli della bocca,morte del pensiero. l’unica forma di crezione e’ quella di “zombies alla deriva” con l’ unico intento di mandar giu’ per la gola pasticche delle piu’ svariate. il nascondersi dietro una coltre di simil-piacere a caro prezzo, l’evitare di pensare, poiche’ troppo difficile e scomodo non e’ mai stato , non e’, ne mai sara’ il mezzo che inceppera’ i meccanismi di questa organizzazione sociale. quello che voglio e’ la provocazione del mutamento tramite il raggiungimento di una forma che faccia deragliare l’edificio statale dai suoi binari culturali di autoperpetuazione. non e’ la ricerca dell’oblio cio’ che ci interessa bensi’ la sua distruzione. Ulteriori informazioni: Stray TRIBE

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Decreto lo stato di felicità Permanente (nel mio mondo)

E ancora una volta mi ritrovo dentro a questo enigma che da anni tento di risolvere, ma non ci riesco.

Viviamo in un mondo dove la produzione intelligente o è monetariamente insostenibile o è devota alla produzione di profitto, merce, immagine, capitale. La produzione di altro che non sia profitto, del gusto della mente e del corpo, del bello, è qualcosa che a noi nel 2010 non c’è concesso a patto che chi la produce sia ricco, o faccia altri lavori per tirare a campare, sia mantenuto, ecc ecc.

Qui non parliamo di morale.

Sogno un mondo dove quando mi sveglio non devo per forza andare a lavorare come uno schiavo. Dove se faccio arti figurative non devo fare lo stagista per qualche redazione di marketing a vita. Dove se sono un musicista non devo svendermi per quattro soldi al primo offerente che riempie il suo locale a 8e/consumazione. Dove se sono uno scrittore posso decidere i contenuti al di là di quello che dicono le case editrici, dove non devo vendermi a qualche televisione per scrivere soap opera.

Dove se semplicemente sogno di essere me stesso che sia altro (per loro, per chi?) possa essere svincolato dal legame servo-padrone che è insito nel lavoro salariato, dove posso esprimere me stesso in ogni frangente del quotidiano-e-non, dove lavoriamo tutti, ma pochissimo e facendo pochi sforzi.

Dove l’indice di felicità non è quantificato a seconda di reddito, possibilità, fortuna del caso, quantità di cose possedute/prodotte. Dove posso fare l’amore tutto il tempo che voglio e giocare il rimanente, qualunque significato voi diate alla parola gioco.

Rivendico la produzione della mia/altrui felicità intelligente, qualunque essa sia, come primario b/sogno dell’uomo cosciente. Rivendico quindi la sovversione come unico mezzo di conflitto comune per invertire la rotta da un mondo mercificato ad un mondo liberato… Per poi finalmente dichiarare lo stato di felicità permanente.

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Occupate le strade coi sogni.

Occupate le strade coi sogni.

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è ora! è ora! lavora solo un’ora!

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Pagherete caro.

« Un nucleo armato, dopo un’accurata opera di controinformazione e controllo alla fogna di via Acca Larenzia, ha colpito i topi neri nell’esatto momento in cui questi stavano uscendo per compiere l’ennesima azione squadristica. Non si illudano i camerati, la lista è ancora lunga. »

In onore a Walter e a tutti gli altri compagni morti ammazzati dagli apparati fascisti.

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Che delirio la vita.

Passo un mese di deliri inaspettati.

Sto conoscendo persone nuove ogni giorno che mi danno talmente tanto che non ho più posto dove mettere questo “tanto”. Troppo. Sto in overdrive di energie positive manco fossi una valvola di un Marshall.

Alcune volte insorgo, mi inacidisco, rinvengo in me e capisco gli errori, poi li ricommetto. Mi innamoro, ma lo sono già, mi disinnamoro, e ricomincio – amore di ogni genere – scopro nuova musica, scopro nuove sensazioni, le priorità che fino ad ora governavano le dinamiche della mia vita sono zompate, quindi non so più dovè il sopra e il sotto.

Mi perdo in cazzate e poi mi ci incazzo. Mi incazzo per cazzate e poi lascio perdere le cose importanti, me ne dimentico. Vivo solo giorno per giorno, carpisco ciò che importa e pure quello che non importa, non conosco mezze misure e mi concedo a tutti come fosse l’ultimo giorno della mia vita. Chi mi conosce in questo periodo crederà che sto fuori, e ciò è vero.

La gente mi ama oggi, mi odia domani, e ricomincia ad amarmi dopodomani. Dico na marea de cazzate, mi leggo l’oroscopo e stranamente ci credo. A volte deludo, spesso sorprendo, e se prima ero bilanciato adesso cado, mi rialzo, faccio a pizze con me stesso, e mi rimetto a camminare.

Non saprei come continuare il delirante racconto di ciò che mi capita e mi sta per capitare, sapessi che succede domani non sarei qui a raccontare.

Scrivo un po di prosa, scrivo qualche rima, non lo faccio apposta – isterico e surreale a volte mi domando dove trovo il coraggio di scrivere e di fare. Certe cazzate.

Poi leggo in giro, mi domando, domando in giro. Incredibile come due versi di una bimba sconosciuta mettano in dubbio il mio talento di scrittore – talento bruciato, buttato, non alimentato. Ecco cosa scrive:

“Addomesticando le tue bestie.
Sorridi maliziosa e sentiti viva,
produci senza scopo e sentiti partecipe.
Dissipa la tua vita e sarai dappertutto,
condividila e sarai chiunque
ridimensionala e sarai morta.”

Ora non importa di chi sia ciò che è scritto, ma il contenuto è ciò di cui voglio parlare. Io scrivo fiumi di parole per esprimere un concetto, questa bimba scrive poco ma ciò che dice è essenziale. Rivoluzione, produzione intelligente, autodeterminazione femminile, monito di gioia e vita. Condivisione di coscienze.

Brava piccola, brava!

Non sapendo da dove cominciare, i versi non son proprio per me. Allora scrivo qualcosa che ho sentito e che non è banale, il continuo dei versi della bimba, per me, fan cosi:

Ridi, e il mondo riderà con te.

E’ la sola cosa che mi sento di fare.

CC – text under creative commons tranne le parole sotto “<h3>” tag che sono di proprietà di chi le ha scritte – thanks to Flavia – (Ti quoto senza permesso, spero non ti offenda, mi piace ciò che hai scritto, davvero!)
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