Decreto lo stato di felicità Permanente (nel mio mondo)

E ancora una volta mi ritrovo dentro a questo enigma che da anni tento di risolvere, ma non ci riesco.

Viviamo in un mondo dove la produzione intelligente o è monetariamente insostenibile o è devota alla produzione di profitto, merce, immagine, capitale. La produzione di altro che non sia profitto, del gusto della mente e del corpo, del bello, è qualcosa che a noi nel 2010 non c’è concesso a patto che chi la produce sia ricco, o faccia altri lavori per tirare a campare, sia mantenuto, ecc ecc.

Qui non parliamo di morale.

Sogno un mondo dove quando mi sveglio non devo per forza andare a lavorare come uno schiavo. Dove se faccio arti figurative non devo fare lo stagista per qualche redazione di marketing a vita. Dove se sono un musicista non devo svendermi per quattro soldi al primo offerente che riempie il suo locale a 8e/consumazione. Dove se sono uno scrittore posso decidere i contenuti al di là di quello che dicono le case editrici, dove non devo vendermi a qualche televisione per scrivere soap opera.

Dove se semplicemente sogno di essere me stesso che sia altro (per loro, per chi?) possa essere svincolato dal legame servo-padrone che è insito nel lavoro salariato, dove posso esprimere me stesso in ogni frangente del quotidiano-e-non, dove lavoriamo tutti, ma pochissimo e facendo pochi sforzi.

Dove l’indice di felicità non è quantificato a seconda di reddito, possibilità, fortuna del caso, quantità di cose possedute/prodotte. Dove posso fare l’amore tutto il tempo che voglio e giocare il rimanente, qualunque significato voi diate alla parola gioco.

Rivendico la produzione della mia/altrui felicità intelligente, qualunque essa sia, come primario b/sogno dell’uomo cosciente. Rivendico quindi la sovversione come unico mezzo di conflitto comune per invertire la rotta da un mondo mercificato ad un mondo liberato… Per poi finalmente dichiarare lo stato di felicità permanente.

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2 Responses to Decreto lo stato di felicità Permanente (nel mio mondo)

  1. vecchiohank says:

    si può fare.
    ci si può avvicinare.
    ma a quanto si è disposti a rinunciare?

    🙂

    -la sicurezza(?) prima di tutto.Dalla parte del cittadino!-

  2. zion says:

    finalmente ho ancora qualcosa da dire.

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