Vi ricordate quella scena di Matrix dove Morpheus chiede a Neo se crede nel destino? Lui risponde "No. Perché non mi piace l’idea di non poter gestire la mia vita."
Di certo non presumo di poter gestire completamente la mia vita. Ma mi fa piacere sapere che faccio di tutto per non lasciare troppe cose al caso. Come avrete potuto notare dai precedenti post, la mia passione per la filosofia mi porta spesso a citare Spinoza.
Tutta la sua filosofia, dal modello del mondo alla gestione della politica e della cosa pubblica, dalla coincidenza con Dio ed ogni cosa come Sua espressione alla composizione della moltitudine come potenza, si basa su una concezione antropologica materialistica: l’uomo è quello che è. Punto. _
E’ allo stesso tempo passione e ragione. Tutto ciò che fa, sia giusto o sbagliato, lo fa a causa della sua potenza stessa. La potenza è la sua autodeterminazione, e viceversa. Qualsiasi cosa esso sia in grado di fare è legittimato a farlo in quanto espressione della sua essenza.
E non è affatto libero. Ogni sua azione è causata dai suoi b/sogni. E credo che da questo dato di fatto non possiamo sfuggire. Ma Spinoza considera gli uomini che fanno uso
della propria ragione più liberi degli altri, perché conoscono le cause delle loro azioni, sono coscienti di non potersene sottrarre. (Per approfondimenti leggere Spinoza in Wikipedia) Ecco perché in quanto uomo cosciente mi sento in dovere di rigettare al mittente ogni proibizione, ogni barriera, ogni costrizione mentale e fisica.
Ecco perché in quanto uomo libero mi sento di rifiutare ogni dogma, ogni gerarchia, ogni comando.
Ed ecco ancora perché provo costernazione, odio, rigetto per l’ingerenza statale e religiosa nella vita di ogni cittadino.
Rifiuto lo stato, la chiesa ed ogni gerarchia perché queste limitano la mia autodeterminazione, proibendo con l’uso di una falsa morale, con l’invocazione insensata della "sicurezza", costruendo barriere in ogni ambito dell’umano, dai confini statali alle università a numero chiuso, dal diritto d’autore alla censura mediatica.
Contro l’angoscia della vostra morale, vi sputo in faccia la mia dialettica, vi vomito addosso la mia rabbia: fuori dalla mia vita!
Fuori dalla vita di tutti! Liberi da ogni controllo, liberi da ogni proibizione.
Noi vogliamo la fine del vostro ordine! Compagni e compagne, lettor* e smanetton*, tutti e tutte Giovedì 17 novembre sotto la statua della minerva all’università la Sapienza per contestare il Papa, Veltroni e Mussi che si ritroveranno ad inaugurare il nuovo anno accademico all’università La Sapienza!
Guarda caso questi tre loschi personaggi sono i tre "capoccia" del controllo, della proibizione e della repressione sociale.
Il Papa e la sua dialettica trascendentale riguardo aborto, sessualità, integrazione, rappresenta lo scenario della reazione, dell’integralismo cristiano e della conservazione del controllo attraverso la morale cattolica.
Il caro Veltroni, equidistante in ogni sua scelta, come tollerare i centri sociali e promuovere la cultura (dall’alto, elitaria e gerarchizzata) con la mano sinistra, e con quella destra presenziare alla riapertura di uno spazio fascista come "Foro 753".
E Mussi, il nostro caro ministro dell’università e della ricerca, che non si è degnato nemmeno di "Ri/considerare" lo scempio Berlinguer-Zecchino-Moratti e la loro "università riformata".
Non vincerete mai! No Pasaran!
E avreste pure il coraggio di chiamarci "Bamboccioni"?
Se chi considera la categoria lavoro come autodeterminazione e non come necessità, se chi rifiuta la schiavitù del lavoro cognitivo alle logiche del profitto e della tecnica, se chi vede nella morale le logiche di dominio sociale; se chi R*esiste attivamente alle logiche di controllo culturale, praticando condivisione, pirateria, autoformazione.
Se chi usa il corpo come linguaggio, se chi si autodetermina, si sottrae al comando, si riprende i propri ritmi, afferma i propri b/sogni lo considerate "Bamboccione", allora state attenti ai vostri Bamboccioni!
Stanno preparando l’assalto al cielo…
bella la foto del papa